Omicidio vicino al tribunale di Torre Annunziata, la vittima Alfonso Fontana era vicino agli ambienti criminali stabiesi. Il giovane 24enne è stato freddato con una decina di colpi esplosi da una pistola che, come da prima ricostruzione, era impugnata da un killer che procedeva in scooter. Forse Alfonso Fontana aveva intuito che la situazione si era fatta pericolosa e aveva tentato di scappare ma la corsa è terminata a pochi metri dal distributore di benzina a pochi passi dal palazzo di giustizia.
Un’esecuzione di stampo mafioso. Indaga la Dda
Si indaga nell’ambiente dei clan stabiesi per trovare il movente dell’omicidio che si è consumato ieri, verso le 21.
La vittima, Alfonso Fontana, 24 anni, è stato raggiunto da almeno 4 proiettili sparati da sicari, almeno la metà dei colpi esplosi. La dinamica no è ancora chiara. Rilievi che sono andati avanti per tutta la notte, così come le acquisizioni di ogni registrazione di telecamere pubbliche e private che avrebbero potuto catturare i momenti dell’omicidio. La salma sequestrata è ora all’obitorio di Napoli in attesa della fissazione dell’autopsia.
I precedenti della vittima Alfonso Fontana
Il 24enne ucciso a Torre Annunziata aveva fatto parte di un commando armato che il 10 dicembre 2016 seminò terrore sul lungomare di Castellammare di Stabia. Alfonso Fontana, all’epoca dei fatti appena maggiorenne, era stato condannato a 4 anni di carcere per il tentato omicidio di un ragazzo. In effetti tutto era cominciato da un oltraggio rivolto a un minorenne, cugino di Alfonso Fontana, riconducibile al gruppo criminale attivo nel rione Acqua della Madonna a Castellammare, alias “I Fasano”. Per l’insulto rivolto al minorenne era scattato il raid punitivo nei confronti di un ragazzo. La vendetta era stata una sorta di iniziazione per i giovani della famiglia dei Fontana.