Timbravano il cartellino per poi andare via, nei guai due dipendenti del Parco Archeologico di Pompei che in 9 mesi hanno marcato il cartellino per 40 volte allontanandosi poi dal posto di lavoro. I militari appartenenti al N.O.R. Sez. Operativa della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata e al Posto Fisso Carabinieri Scavi hanno dato esecuzione, oggi, ad un’ordinanza coercitiva applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Pompei, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nei confronti di due dipendenti del Ministero della Cultura, con mansioni di addetti AFAV (Assistenza alla fruizione, assistenza e vigilanza) in servizio presso la sala regia del Parco Archeologico di Pompei, in quanto gravemente indiziati dei reati di truffa aggravata continuata ai danni dello Stato, interruzione di un pubblico servizio, false attestazioni sulla propria presenza sul luogo di lavoro.
Le indagini
Il provvedimento coercitivo è stato emesso all’esito di certosine indagini condotte dai militari del Posto Fisso Carabinieri Scavi, anche attraverso un’approfondita analisi delle immagini delle videocamere di sorveglianza, e coordinate dalla Procura della Repubblica, avviate in seguito all’intrusione notte tempo di una persona estranea e non autorizzata all’interno del Parco Archeologico di Pompei. L’attività di indagine ha permesso di accertare numerosi episodi di assenteismo, quasi 40, nell’arco temporale maggio 2022- agosto 2023, in occasione dei quali i due indagati, addetti alla sala regia del Parco Archeologico con funzioni prevalentemente di vigilanza, dopo aver regolarmente marcato l’apposito badge magnetico per far risultare la loro presenza in servizio, si sarebbero allontanati arbitrariamente dal luogo di lavoro per finalità estranee al pubblico servizio, venendo meno ai preposti compiti di vigilanza.
I furbetti del cartellino
In particolare, si è accertato che in numerose occasioni, nottetempo, i due addetti alla vigilanza si sarebbero allontanati ingiustificatamente dalla sala regia sita all’interno del sito archeologico, recandosi, con una brandina, in un locale attiguo a quello della sala regia, non comunicante con la stessa ed avente un ingresso separato e indipendente rispetto a quello di quest’ultima nonché privo degli schermi per poter eseguire l’attività di vigilanza.