Folla sulle spiagge a Napoli, dal lungomare a Posillipo ma anche in costiera amalfitana. Tanti già in costume da bagno, anche qualche tuffo, e sdraio aperte. Questa l’immagine simbolo di un inverno che non c’è, con temperature tipiche di fine marzo e inizi di aprile, sopra di 8-10 gradi rispetto alla media del periodo, e che, nella terza domenica di febbraio, in molte località italiane, hanno raggiunto o sfiorato i 20 gradi come a Firenze, Benevento o Terni. Una situazione che non tocca solo il mare ma arriva fino alla montagna, e solo qualche punta di ‘finto’ freddo notturno è stata registrata in pianura.
“Siamo sotto quello che chiamiamo un anticiclone di blocco che crea una situazione di forte stabilità”, dice all’ANSA il climatologo del Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Claudio Tei. “Negli ultimi anni – spiega l’esperto – abbiamo registrato un aumento della frequenza di questi anticicloni persistenti che portano masse d’aria sempre più calde”. Il fenomeno del Niño “a livello globale favorisce questi blocchi, ma anche il cambiamento climatico sul quale i sospetti sono forti”, afferma Tei. L’anticiclone sta insistendo su gran parte del Mediterraneo determinando record stagionali: in Spagna sulla costa cantabrica, nel nord del Paese, sono stati registrati oltre 27 gradi con notti tropicali di 3 gradi sopra la media di agosto. Ma anche alte tempereature nel sud della Francia e in Grecia. Un fenomeno che si è spinto fino in Germania arrivando anche in Polonia e Olanda. Unica eccezione è stata la Penisola Scandinava, una delle poche zone del mondo che sta trascorrendo un vero inverno più freddo della media. Per un cambio di rotta sull’Italia bisognerà attendere venerdì prossimo “quando una perturbazione riuscirà a entrare portandosi dietro aria dal nord Atlantico con precipitazioni e discesa delle temperature rispetto ai valori attuali”. Intanto martedì è prevista una debole perturbazione che coinvolgerà soprattutto il sud Italia ma tra mercoledì e giovedì si affacceranno venti meridionali di scirocco che precedono l’arrivo della perturbazione di venerdì prossimo. “Torneranno le piogge e la neve imbiancherà l’Appenino e le Alpi. Le temperature – riferisce Tei – rientreranno un po’ nella media del periodo e la tendenza a questo cambio di circolazione sembra confermata dai modelli”. Guardando più avanti “marzo – dice l’esperto del Lamma-Cnr – potrebbe presentarsi più dinamico” con alternanza di periodi anticiclonici e altri più instabili. Considerando che l’inverno ‘meteorologico’ tra 12 giorni finirà, “questa stagione ce la ricorderemo con il segno ‘+’ “, afferma Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it che nella sua ultima analisi ha parlato di “un clima stravolto che presenta dati allarmanti a proposito della siccità con una situazione critica soprattutto in Sicilia, Sardegna e Calabria. Manca l’acqua al Sud e manca la neve su tutto l’Appennino. C’è un deficit di risorse idriche provenienti dalla neve del 64% a livello italiano”.