«Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l’ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Alì, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me»: questa frase trasformò un celebre campione di boxe in una delle icone del Novecento, che ora viene raccontata a teatro da Francesco Di Leva (premiato con il David di Donatello per la sua interpretazione in Nostalgia di Mario Martone, tra gli interpreti di Mixed by Erry del salernitano Sydney Sibilia e della fiction Vincenzo malinconico – avvocato d’insuccesso, nonché tra i fondatori del Teatro Nest a San Giovanni a Teduccio, suo quartiere natio nella periferia est di Napoli) e il regista Pino Carbone.
Muhammad Ali, lo spettacolo con cui prosegue – sabato 3 febbraio alle 19 e domenica 4 febbraio alle 18 – la programmazione in abbonamento di Casa del Contemporaneo al Teatro Ghirelli, è dichiaratamente ed effettivamente ispirato dal corpo di Ali: così come quel corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato si confrontava con il senso dell’impossibile e della sfida sotto gli occhi del pubblico; così, sotto gli occhi degli spettatori Di Leva e Carbone costruiscono emotivamente, poeticamente e artisticamente lo spettacolo provando a rincorrere Muhammad Alì, il suo personaggio, il suo carisma, le sue parole irriverenti, veloci, in rima, pesanti, leggere.
Un corpo astuto che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, in ebollizione.
Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia.
Uno spettacolo che racconta frammenti dell’autobiografia del campione, una storia di battaglie per le differenze, di sfide per raggiungere il senso dell’impossibile, affrontandola in ogni suo aspetto: quello sportivo, politico, privato.