Il Comune di Gragnano e l’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) si uniscono nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, promuovendo l’importanza dei valori fondamentali come l’amicizia, l’amore, la fratellanza e la gentilezza tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Il progetto “Cuori Connessi” rappresenta il fulcro di questa iniziativa, mirando a sensibilizzare e educare gli studenti sui temi cruciali della convivenza e del rispetto reciproco.
“Cuori Connessi” contro il bullismo, intervista al referente Francesco Ruocco
La prossima tappa del Festival, ideato nell’ambito di questo progetto, è programmata per il 4 marzo alle ore 18:30 presso l’Auditorio del Liceo Scientifico “F. Severi” di Castellammare di Stabia. Un’occasione preziosa per approfondire e discutere insieme strategie e buone pratiche per contrastare il bullismo e il cyberbullismo, promuovendo un ambiente scolastico più inclusivo e rispettoso per tutti gli studenti. A pochi giorni dall’appuntamento abbiamo intervistato Francesco Ruocco, referente per il contrasto al bullismo, che ha lavorato al progetto insieme a Michela Apicella e Rosalba Iaccarino.
Cosa c’è alla base del progetto “Cuori Connessi”?
Alla base del progetto Cuori Connessi c’è la volonta di fornire ai nostri ragazzi, un concetto diverso di connessione. Questo termine viene attribuito principalmente al web, alla rete, ai social, al mondo virtuale. Col nostro progetto abbiamo cercato in primis, di dare un significato diverso al concetto di connessione, ispirandoci ad una connessione che mette al centro e insieme le persone, i sentimenti e le emozioni che ci contraddistinguono, abbandonando i filtri del mondo digitale.
Avete registrato una sorta di emergenza, o meglio di necessità, in ambito scolastico per quanto riguardano i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo?
In ambito scolastico abbiamo registrato delle forme di comportamento che, seppur non sempre riconducibili a forme bullismo e di cyberbullismo, vengono praticate senza una chiara consapevolezza. Spesso i nostri ragazzi, tendono a giustificare determinati comportamenti, attraverso lo scudo dello scherzo. Attenzione, non si tratta di un alibi ben costruito, al contrario si tratta di un’idea distorta del significato di scherzo.
Invece parlerei di emergenza sul mondo dei social e del gaming. In questo ambito abbiamo rilevato che i nostri ragazzi non sono stati preparati, formati e informati su tutti i rischi a cui si espongono attraverso l’uso dei social e dei giochi, e non hanno la benchè minima idea di cosa sia il benessere digitale e la dipendenza digitale.
C’è molta disinformazione. Solo l’1% dei nostri alunni sa che un minore di 13 anni non può iscriversi sui social (Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat, WhatsApp…) mentre tra i 13 e i 16 serve la supervisione dei genitori.
In concreto quali risultati sono attesi?
Quantificare i risultati in questo ambito è molto complicato. Ad ogni modo i numeri sono incoraggianti: abbiamo coinvolto tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado del nostro comune; abbiamo formato 132 ambasciatori in rappresentanza di 66 classi; i nostri esperti hanno svolto attività frontali presso 18 classi quinte della primaria e 16 classi prime della secondaria di primo grado; abbiamo coinvolto 190 cantanti e coristi nel Festival Cuori Connessi; attraverso attività dirette e col supporto della peer education, abbiamo coinvolto e sensibilizzato circa 1250 alunni.