Ha sollevato non pochi dubbi e discussioni la recente richiesta del sindaco Vicinanza alla proprietà del Maximall Pompei l’assunzione dei lavoratori fuoriusciti dalla Meridbulloni. Una proposta che da un lato ha visto ignorare altre categorie di lavoratori, come quelli della Sint, e dall’altro ha di fatto visto scaricare le responsabilità del futuro degli operai Meb sul nuovo centro commerciale.
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La richiesta di Vicinanza al Maximall, interrogativi tra i sindacati
La scelta di Vicinanza ha sollevato interrogativi tra i sindacati che temono che questa mossa possa comportare disordini. Ampliare il contratto d’area a realtà non presenti all’interno, e contemporaneamente ignorare quelle presenti, potrebbe causare più di qualche malumore. Inoltre, per molti la soluzione naturale sarebbe stata di proporre al nuovo proprietario dell’area ex Meridbulloni, dove dovrebbe sorgere un polo nautico, l’assunzione degli stessi operai MeB in cambio di sgravi fiscali. Una soluzione più congeniale anche in virtù delle esperienze lavorative delle maestranze. Il sindaco, però, sembra aver trascurato questi particolari puntando tutto sulla più agevole trattativa con Maximall.
Il piano proposto da Vicinanza, che esclude realtà storiche da anni in attesa di risposte, accentua un senso di disparità nel trattamento delle diverse categorie di lavoratori. Così i fuoriusciti dai rispettivi indotti, da Sint ad Avis e Stabia Porto, che da anni chiedono una soluzione occupazionale, restano ancora una volta fuori da una trattativa che sembrerebbe privilegiarne altri, alimentando contrasti tra realtà vessate dalla crisi occupazionale. Il tutto senza garantire una strategia complessiva di sviluppo economico locale. Questa mossa ha, dunque, aperto un dibattito su quale sia il ruolo delle istituzioni nel gestire le crisi occupazionali sul territorio e su come si possano bilanciare i diritti e le aspettative dei diversi gruppi di lavoratori in difficoltà.