Sono bastate le prime piogge di settembre a mettere a nudo le problematiche di Castellammare. È una città che si è ritrovata in ginocchio, quasi paralizzata. Interi quartieri sono stati invasi dal fango, trascinato da di Gragnano, e rimasto sulle strade per giorni, senza che nessuno intervenisse. In molti casi, sono stati i commercianti stessi a rimboccarsi le maniche, costretti a rimuovere il fango davanti ai loro negozi per poter riaprire le attività. Nelle zone più fortunate, dove il fango non è arrivato, ci hanno pensato le caditoie ostruite a causare problemi, allagando intere strade. Criticità ben note, per le quali l’amministrazione avrebbe potuto intervenire durante i mesi estivi di bel tempo, evitando che la città si trovasse impreparata di fronte alle prime piogge autunnali.
Castellammare, un film già visto
Il problema delle caditoie otturate non è di certo nuovo a Castellammare, anzi è un film già visto. Nonostante le numerose segnalazioni da parte dei cittadini, che da tempo denunciano la scarsa manutenzione delle infrastrutture urbane, l’amministrazione si è fatta cogliere nuovamente impreparata, lenta, quasi impacciata. Così come per il fango che da Gragnano ha travolto le strade cittadine, accantonato ai bordi delle strade dalle squadre di operai chiamate dal Comune e pronto a ritornare al centro della carreggiata alle prime gocce di pioggia creando superfici scivolose e pericolose sia per gli automobilisti che per i pedoni.
La reazione dei cittadini: “Siamo stanchi”
Di fronte a questa ennesima emergenza, i cittadini di Castellammare di Stabia hanno espresso il loro malcontento. “Siamo stanchi di vivere in questa situazione. Ogni volta che piove, la città va in tilt. Le strade si allagano, il fango invade tutto, e non ci sono interventi concreti per risolvere il problema”, commenta un residente del centro antico.
Molti stabiesi chiedono che vengano attuati interventi strutturali per migliorare il sistema di drenaggio delle acque e una manutenzione più frequente delle caditoie, spesso ostruite da detriti, foglie e rifiuti. In mancanza di queste misure, ogni temporale rischia di trasformarsi in una nuova emergenza.