La giacchetta indistruttibile del sindaco Vicinanza
“Non tiratemi troppo per la giacca”. È stato questo il monito di Luigi Vicinanza qualche settimana fa al teatro Karol lanciato ai rappresentanti delle liste che lo hanno sostenuto nella corsa alla carica di sindaco lo scorso 8 e 9 giugno. A distanza di un mese dalla vittoria alle urne, l’unica certezza che aleggia attorno al nuovo primo cittadino stabiese è la qualità della sua indistruttibile giacca che, nonostante gli strattoni a cui è sottoposta ogni giorno dai suoi alleati, non dà il minimo segno di cedimento. Uno scenario annunciato già ai nastri di partenza, dove il giornalista si era presentato sostenuto da ben 14 liste per una coalizione dalle larghissime intese, un carrozzone creato ad arte per vincere ma inadatto a garantire la governabilità. Una coalizione formata e rettasi su promesse elettorali, accordi, veti rimossi nei confronti di soggetti vicini alle inchieste dell’antimafia, nonostante il parere contrario del “garante” Sandro Ruotolo e con all’interno ex assessori e consiglieri dell’amministrazione Cimmino, tanto criticata dallo stesso Luigi Vicinanza. Oggi, tutti loro hanno presentato al sindaco un conto salatissimo fatto di frecciatine su Facebook, riunioni fiume e animi infuocati, ma della giunta neanche l’ombra. A pagare il conto? Manco a dirlo la città e i suoi cittadini. Specialmente i tantissimi che, ormai 30 giorni fa, hanno accordato la propria fiducia a Luigi Vicinanza e che oggi si scoprono già traditi. “Io sono libero e sarò un sindaco libero”, ha più volte ripetuto durante la sua campagna elettorale. Ma dov’è finita questa libertà?
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