A Castellammare di Stabia la voce più critica nei confronti dell’amministrazione Vicinanza arriva, ancora una volta, dall’interno della sua stessa maggioranza. A parlare, o meglio a scrivere, è il gruppo consiliare Base Popolare Democratici e Progressisti, che attraverso il consigliere Maurizio Apuzzo ha indirizzato una lettera al sindaco e ai colleghi di coalizione chiedendo trasparenza, partecipazione e scelte chiare su alcuni dei dossier più delicati per il futuro della città.
Marina di Stabia, il piano Dos, i fondi del Prius: questi i punti caldi su cui Base Popolare chiede che si torni in consiglio comunale e si coinvolga la cittadinanza. “Su Marina di Stabia e sul Dos si discuta in consiglio e con la città. Si scelga di concentrare le risorse del Prius sui CMI e per completare Savorito”, è il messaggio inequivocabile contenuto nel documento, che ha il sapore di un richiamo, ma anche di un avvertimento.
Nel mirino soprattutto le procedure della ZES, giudicate opache e potenzialmente in contrasto con gli indirizzi votati dal Consiglio Comunale il 26 novembre scorso. “Ci vogliamo limitare a inviare solo il parere negativo – afferma Base Popolare – O, cosa che avremmo già dovuto fare, ci adoperiamo sul serio per riaffermare che spetta alla città principalmente intervenire, mettendo in campo iniziative forti, come richiesto dal Consiglio Comunale?”.
Se da un lato assistiamo ad una maggioranza che contesta sé stessa, dall’altro lato osserviamo un’opposizione che resta in silenzio. È questo il paradosso politico che da mesi caratterizza la vita amministrativa a Palazzo Farnese. E non è la prima volta che Base Popolare si ritaglia il ruolo di “coscienza critica” dell’amministrazione, agendo con coerenza nel duplice ruolo di supporto e controllo. Un equilibrio precario, che rivela però quanto fragile e divisa sia la tenuta dell’alleanza di governo.
Emblematico è il tema dei fondi Prius, risorse fondamentali ma oggi a rischio, che l’amministrazione ha dichiarato di voler coprire con fondi propri in caso di perdita. Una prospettiva che non ha convinto tutti. Da qui la proposta di Base Popolare: destinare quei fondi al CMI e al completamento del quartiere Savorito, priorità non solo urbanistiche, ma sociali.
Nel frattempo, l’opposizione resta afona, sempre più simile a una comparsa che a una forza politica alternativa. Una situazione che affonda le radici nella genesi stessa dell’attuale consiglio comunale, dove la definizione “minoranza” scelta da alcuni consiglieri all’inizio della consiliatura si è rivelata, col tempo, più che mai azzeccata. Pochi interventi, nessuna proposta rilevante, un’assenza di discussione sui temi importanti che di fatto ha lasciato il campo libero alle dinamiche interne alla maggioranza.
Ed è proprio questa “non opposizione” che, paradossalmente, offre all’amministrazione Vicinanza un’insperata stabilità. Perché i consiglieri critici all’interno della maggioranza sanno bene che un loro passaggio all’opposizione significherebbe perdere peso politico, finendo fuori dai tavoli decisionali. Meglio, allora, restare dentro, alzare la voce quando serve, ma senza rompere davvero gli equilibri.
Il prezzo, però, è alto: si traduce in un vuoto di confronto democratico, un dibattito povero su questioni fondamentali, una città che rischia di essere governata tra silenzi strategici e richiami inascoltati.
A Palazzo Farnese si gioca così una partita tutta interna, dove l’opposizione è sparita e la maggioranza si guarda allo specchio. Ma il tempo stringe, e il “cambio di passo” evocato da Base Popolare potrebbe essere l’ultima chiamata per il sindaco Luigi Vicinanza. Ignorare ancora questi segnali significherebbe lasciar crescere le crepe che da tempo attraversano la sua amministrazione. E in politica, quando le crepe diventano fratture, il prezzo della stabilità può trasformarsi in un conto salatissimo da pagare.
Castellammare. Chi governa incalza, chi dovrebbe opporsi sparisce: il paradosso stabiese
