Castellammare. L’Immacolata e il paradosso della maggioranza: dalle polemiche con Gaetano Cimmino al silenzio con Vicinanza
Castellammare di Stabia continua a vivere il paradosso dell’Immacolata, con i tradizionali “fucaracchi” che si collocano al confine tra tradizione e illegalità, e una gestione politica che sembra mutare atteggiamento a seconda del ruolo istituzionale ricoperto.
La pratica, radicata nei quartieri della città, si è sempre scontrata con gli sforzi delle amministrazioni per arginarne gli aspetti fuori legge, proponendo alternative come eventi organizzati sull’arenile e intensificando i controlli nei rioni. Tuttavia, i risultati sono stati spesso controversi, con amministrazioni finite al centro di polemiche feroci.
Immacolata, le polemiche del passato
Emblematico fu il caso del sindaco Gaetano Cimmino, il cui mandato venne segnato dall’episodio critico del falò nel rione Faito accompagnato dall’incendio di un manichino che inneggiava alla camorra, un gesto che scatenò reazioni indignate da parte dell’opposizione dell’epoca. Ora che quella stessa opposizione è diventata maggioranza, la situazione sembra essersi ribaltata nel silenzio.
Il silenzio della maggioranza, tra danni e concerti abusivi
I falò nei quartieri continuano, nonostante episodi gravi come i danni provocati nel rione mercato e le dichiarazioni di sfida contro lo Stato da parte di alcuni gruppi organizzatori, che accusano le autorità di voler snaturare una tradizione trasformandola in un evento legale. Perfino la presenza di un ex consigliere comunale, fratello di un attuale esponente politico presente a Palazzo Farnese, che ha immortalato l’evento in un quartiere con un post social celebrando l’accensione illegale del “fucaracchio”, non ha provocato reazioni dall’attuale maggioranza, né da quelle figure vicine al sindaco presenti qualche anno fa in consiglio comunale. Nulla ha smosso quei sentimenti di indignazione a lungo espressi in passato, neanche un concerto con tanto di palco avvenuto proprio nel quartiere dove qualche anno fa fu dato alle fiamme il manichino, con gli organizzatori che hanno avuto tutto il tempo di montare indisturbati quanto necessario.
Il silenzio della nuova amministrazione appare come l’ennesimo esempio di un contesto politico dove il giudizio sulla lotta all’illegalità sembra dipendere più dalla posizione occupata in aula consiliare che da una reale volontà di affrontare il problema.