È una maggioranza tutt’altro che solida quella che, dopo quattro mesi di stallo, è riuscita finalmente a eleggere il nuovo Presidente del Consiglio. L’elezione è arrivata solo alla terza votazione, con Roberto Elefante che ha ottenuto 13 preferenze contro le 8 di Mario D’Apuzzo, candidato della minoranza. Sono emerse anche tre schede nulle, probabilmente riportanti il nome di Lea Iovino, e una bianca. Questo risultato evidenzia che ben quattro dei 16 consiglieri a sostegno del sindaco Luigi Vicinanza sembrano ormai distanziarsi dalla sua linea politica.
Gli accordi per l’elezione di Roberto Elefante
Un elemento cruciale nel cambiamento rispetto alle precedenti votazioni è stato il ruolo giocato dal gruppo di Ciro Cascone e Gennaro Oscurato. Si ritiene che siano stati loro a fornire i voti necessari per la nomina di Roberto Elefante. L’elezione del presidente del Pd era necessaria per mantenere in equilibrio la coalizione sulla traballante corda su cui cammina dai suoi albori. Una necessità che ha richiesto urgentemente la presenza di Sandro Ruotolo in aula, per raggiungere i numeri necessari. Tuttavia, all’interno di Palazzo Farnese si vocifera già delle motivazioni alla base di questa scelta. Se la minoranza ha votato compatta per Mario D’Apuzzo, infatti, qualcosa è avvenuto tra i banchi di Pd e soci che ha cambiato le carte in tavola. Si parla infatti di un possibile accordo con Oscurato inserito nella commissione elettorale e un imminente rimpasto di giunta, mossa verso cui l’amministrazione Vicinanza sembra ormai orientata. I dettagli di questo accordo restano ancora da chiarire, così come i tempi in cui il patto verrà ufficialmente reso pubblico.
Tensioni interne e ipotesi di un futuro rimpasto
L’elezione di Elefante non solo riflette le difficoltà interne alla maggioranza, ma anche le manovre politiche in corso per ridefinire gli equilibri all’interno dell’amministrazione. Il sindaco ha infatti chiaramente scaricato il gruppo formato da Lea Iovino, Nello Cuomo e Teresa D’Angelo, spine nel fianco della maggioranza con un’opposizione fatta dall’interno. Per questo, da tempo, sembrerebbe siano stati avviati contatti con una parte della minoranza per garantire una governabilità anche in caso di passaggio all’opposizione dei tre consiglieri. Con un possibile rimpasto di giunta all’orizzonte, resta da vedere se queste tensioni si risolveranno con un consolidamento della leadership di Vicinanza o se l’attuale instabilità continuerà a caratterizzare la maggioranza. Questa situazione politica evidenzia il fragile equilibrio su cui si basa l’attuale amministrazione, che rischia di spaccarsi prima delle elezioni regionali. Fino ad allora, Vincenzo De Luca e Mario Casillo faranno di tutto per garantire la poltrona di sindaco a Luigi Vicinanza, che dopo dovrà vedersela da solo con una coalizione a dir poco esplosiva.
La città 120 giorni dopo il plebiscito per Vicinanza
Acclamato come il salvatore di una città nel caos, il sindaco Vicinanza a distanza di ormai 4 mesi dalla sua elezione è chiamato dalla cittadinanza a dare risposte concrete. Dopo gli spot elettorali, tutto è tornato come prima del suo insediamento. Le strade sono ancora sporche, l’arenile è nuovamente ricoperto d’erba e angurie e l’unico impegno palpabile della nuova amministrazione ha riguardato le cariche da ricoprire. Nel frattempo, la minoranza pungola l’amministrazione con continue interrogazioni: dalla balneabilità al dissesto idrogeologico, dall’utilizzo di soldi pubblici per eventi “elettorali” alla gestione delle emergenze. Interrogazioni a cui la maggioranza continua a non fornire risposte adeguate.