Parte con una netta spaccatura della maggioranza il primo consiglio comunale dell’amministrazione di Luigi Vicinanza. Nessun accordo per la Presidenza del Consiglio, coalizione spaccata sulla giunta e richiesta di chiarimento dagli stessi consiglieri di maggioranza sui primi affidamenti diretti del sindaco. Troppe le criticità emerse tra i banchi della maggioranza durante quella che avrebbe dovuto essere la giornata di ripartenza per Castellammare. Un consiglio in cui la cosiddetta opposizione è stata l’unica amica del sindaco, colpito invece a ripetizione dal fuoco amico dei suoi stessi consiglieri.
Il Consiglio Comunale
La prima è quella relativa alla nomina del Presidente del Consiglio, rinviata al prossimo consiglio comunale per l’incapacità di trovare un accordo tra le fila della maggioranza. Sono 6 su 16 i consiglieri del centrosinistra che hanno avanzato la propria candidatura per l’ambita carica. Tra i nomi spiccano quelli di Maurizio Apuzzo di Base Popolare, di Lea Iovino della lista Fare Democratico e di Roberto Elefante presidente del Partito Democratico. Proprio i dem sono nella posizione più scomoda, incapaci di garantire ad Elefante quanto promesso in cambio del ritiro della sua candidatura a sindaco a favore di Luigi Vicinanza. Oggi si scontrano con il volere delle civiche, che accusano il Pd di aver già fatto incetta di posizioni all’interno della giunta che ha di fatto tagliato fuori proprio il civismo dalle sue nomine.
È questo il secondo nodo attorno al quale si annidano le tante ombre che divorano la maggioranza dall’interno. Nell’annuncio dei suoi assessori Vicinanza ha dichiarato la natura non politica della giunta, per poi esser smentito dai suoi stessi consiglieri. A farlo il Partito Democratico con Sandro Ruotolo che, nel suo ruolo part-time tra Castellammare e l’Europarlamento, ha poi lasciato l’aula.
Nonostante la sua assenza, a richiamare le sue dichiarazioni ci hanno pensato i suoi stessi colleghi di maggioranza. “Il Partito Democratico e il sindaco non devono dimenticare che il 70% di consensi necessari per la sua elezione provengono dalle liste civiche”. Questa la stoccata di Nello Cuomo ma firmata da buona parte della maggioranza rimasta esclusa dalle scelte di Luigi Vicinanza nella composizione della giunta. “Mi aspettavo che il sindaco ci informasse di quanto fatto dai commissari straordinari in questi due anni e se ci sono prescrizioni, dopo lo scioglimento per infiltrazione camorristica”, l’altra frecciatina lanciata dal consigliere di maggioranza Maurizio Apuzzo.
La minoranza tra bastone e carota
“La minoranza e non l’opposizione”, come si sono autodefiniti i consiglieri usciti sconfitti dalla campagna elettorale, ha alternato il bastone e la carota con il nuovo sindaco. “I segnali che arrivano dalla composizione della giunta è che siano stati assecondati i capricci del governatore De Luca in vista delle prossime elezioni elettorali – le parole di Mario D’Apuzzo, con Antonio Alfano che ha aggiunto – Queste nomine non rispecchiano il principio di “stabiesità”. Mi auguro che gli assessori, pur non stabiesi, siano assessori a tempo pieno”.
“Noi saremo qui pronti a sostenere la maggioranza, ma invito la stessa e il sindaco a non chiudersi a riccio e ad ascoltare le nostre istanze – l’appello alla collaborazione di Antonio Federico che non risparmia Vicinanza delle sue perplessità riguardo il rischio di perdere i fondi del Pnrr e la necessità immediata di mettersi a lavoro per la quotidianità cittadina – “Troppe le criticità presenti e sulle quali bisogna intervenire con chiarezza e prontezza”. “Bisogna mettersi a disposizione della città. C’ tanto da lavorare, nelle periferie come al centro. Penso a via Ripuaria, al waterfront – le parole di Antonio Cimmino – Ci sarà un evento per la balneabilità, ma se mi guardo intorno non posso non osservare lo stato di abbandono della villa comunale. Non sottovalutate questo tema”.
La minoranza si è detta ben disposta alla collaborazione tra le parti per il bene della collettività e pronta a sostenere la maggioranza su provvedimenti di interesse cittadino per poi astenersi nella votazione delle linee programmatiche enunciate dal sindaco Vicinanza. Un’astensione motivata dall’assenza di delucidazioni del sindaco delle modalità di applicazione delle stesse linee.