Un affare da 17 milioni di euro speculando sulla vita di chi scappa da povertà e guerra. È quanto accertato dalla Procura di Salerno, nell’inchiesta legata all’ottenimento di permesso di soggiorno ai migranti con documentazione fasulla, che ha appurato nuovi legami tra la camorra, l’imprenditoria e la politica stabiese. Tra i nomi finiti nell’inchiesta anche personalità di spicco delle società di Castellammare di Stabia come Guglielmo De Iulio e Francesco e Gennaro Solimene.
L’inchiesta ha portato alla luce il meccanismo attraverso il quale gli imprenditori aggiravano la legge, creando aziende fittizie utilizzate per “gestire” e richiedere i lavoratori tramite il click day del Viminale. Un business che, secondo quanto accertato, si aggira su una cifra vicina ai 17 milioni di euro per circa 2500 permessi di soggiorno irregolari, coinvolgendo ancora una volta imprenditori vicini alla politica.
I legami con la politica stabiese
Tra i nomi degli imprenditori coinvolti spiccano senz’altro quelli di Guglielmo De Iulio e di Francesco e Gennaro Solimene. Nomi che riaccendono le luci sui legami tra la politica stabiese e la camorra, a distanza di un mese dall’ordinanza di custodia cautelare relativa all’omicidio del consigliere comunale Gino Tommasino, al cui interno figurano i nomi di alcune personalità di spicco dell’attuale centrosinistra cittadino.
Guglielmo De Iulio, pregiudicato, è infatti il cugino di un consigliere comunale appena eletto con una grande affermazione a sostegno del sindaco Luigi Vicinanza. Una parentela scomoda, ma non nuova alla procura. La famiglia De Iulio, infatti, è stata più volte indicata dagli inquirenti in quanto legata a doppio filo con il clan Cesarano. Legame citato anche nella relazione d’accesso in seguito allo scioglimento dell’amministrazione Cimmino per un rapporto di amicizia tra l’ex sindaco e alcuni soggetti della famiglia De Iulio. Un argomento, questo, più volte utilizzato dal sindaco Vicinanza per attaccare il centrodestra, pur sapendo di avere tra le proprie fila un esponente diretto della famiglia in odore di camorra. Dinamica che ha creato più di un imbarazzo nella coalizione che ha sostenuto il sindaco, a tal punto che qualcuno avrebbe chiesto di offrire al centrodestra la presidenza del consiglio come risarcimento.
Francesco e Gennaro Solimene sono altri due imprenditori finiti nell’occhio del ciclone per il business dei permessi di soggiorno, anche loro citati nella relazione d’accesso per lo scioglimento del Comune di Castellammare. Nomi di spicco nell’edilizia stabiese e che, secondo alcune fonti, avrebbero sostenuto un candidato consigliere nella coalizione di centrosinistra alle ultime elezioni. Accanto a loro, di minor rilievo, il nome di Ciro Catania finito ai domiciliari. Il giovane era infatti candidato alla carica di consigliere comunale lo scorso giugno, in una lista di centrodestra, senza però risultare eletto.