Il Responsabile del Settore Giovanile della S.S. Juve Stabia 1907, Saby Mainolfi, all’Istituto Archimede di Ponticelli (Napoli), che vanta più di 1000 studenti e circa 200 tra docenti e dipendenti, da 9 anni impegnato in un progetto con la Real Casarea, porta avanti oltre ai corsi ministeriali curricolari, una sezione dedicata al calcio, dove si formano le figure professionali operanti nell’indisutria calcistica (tecnici, dirigenti, giornalisti, marketing), ha tenuto una lezione dal tema “Studio e Calcio gli elementi in comune”, alla presenza di tutte e 5 le classi, della sezione sportiva, frequentate da ragazzi che giocano anche in società professioniste (Napoli, Juve Stabia, Turris, Casertana Napoli Femminile).
Nell’aula conferenze, l’incontro ha avuto una grande partecipazione con i ragazzi che si sono sentiti coinvolti e hanno dialogato sui temi proposti.
“Non sono i risultati a fare la differenza, ma studio, programmazione, formazione, comunicazione, sono le basi per creare un modello di settore giovanile”, come sottolineato più volte all’interno della lezione. “Non serve solo creare calciatori, il leitmotiv di un settore giovanile deve essere anche quello di diventare trampolino di lancio per tutte le figure professionali che un giorno dovranno lavorare nell’Azienda Calcio (tecnici, dirigenti, segretari, addetti stampa, fisioterapisti) e – come più volte sottolineato dal relatore Saby Mainolfi – senza una base culturale importante nel calcio di oggi non si possono raggiungere tali obiettivi”. Mainolfi ha poi omaggiato con una rosa gialloblu le professoresse, la dirigente e le atlete donne presenti.
Mainolfi aggiunge: “Sono onorato dell’invito dell’Istituto Archimede, ringrazio la dirigente, il Prof. Maione, tutti i docenti intervenuti e gli studenti che hanno manifestato grande interesse ai temi trattati. Andiamo avanti nel processo di portare il brand Juve Stabia nel mondo scolastico e sociale, discorso molto caro al nostro Presidente Andrea Langella, il quale, come ha già dichiarato, sta procedendo ad attivare un’accademia improntata sulla formazione non solo di futuri calciatori e dirigenti, ma soprattutto devota alla socializzazione e aggregazione dei ragazzi della nostra regione. Il credo di un settore giovanile, come rimarcato oggi, deve basarsi su etica, rispetto e cultura sportiva, intesa soprattutto nell’accettare le sconfitte e saper gestire le vittorie, finalizzando il tutto ad una crescita emotiva e sportiva dei ragazzi, futuri uomini della nostra comunità”.