Sono due le iniziative messe in campo in occasione dell’8 marzo nell’ambito del progetto Prendiamoci Cura di Lei.
Nella casa circondariale avellinese, le attività saranno dedicate alla popolazione detenuta e al corpo di Polizia Penitenziaria. Un programma di prevenzione oncologica di genere, focalizzato sull’Hpv (papilloma virus) e sull’esecuzione di prelievi cervico-vaginali. Nell’ottica di offrire supporto emotivo e pratico alle detenute saranno garantite diagnosi precoci di tumori o lesioni pre-tumorali attraverso programmi di screening oncologico.
Il progetto “Prendiamoci Cura di Lei” è parte integrante delle attività solidali promosse dalla Fondazione Evangelica Betania, nell’ambito del percorso denominato “Ospedale Solidale”. Un intervento a favore delle donne che non hanno accesso ai servizi medici di base e giungono spesso ai pronto soccorsi degli ospedali con patologie già avanzate. Parliamo anche di donne prive di regolari permessi di soggiorno o di donne che, pur risiedendo regolarmente sul nostro territorio, non fanno prevenzione oncologica a causa di motivi lavorativi, culturali, economici e a causa della sottovalutazione o della totale non conoscenza del pericolo.
Il progetto include percorsi diagnostico-terapeutici per la presa in carico delle persone risultate positive allo screening, garantendo un’assistenza completa e mirata. Presso l’ambulatorio, oltre alla prevenzione oncologica ginecologica e senologica, vengono offerte consulenze psicologiche e nutrizionali, secondo le necessità individuate dagli specialisti.
“L’Ospedale Evangelico Betania – ha affermato il direttore generale Vincenzo Bottino – impegnato da sempre nel quartiere di Ponticelli, si conferma un eccellente centro di riferimento per il percorso materno-infantile. L’ambulatorio si propone come punto di ascolto e cura per le pazienti, offrendo un’esperienza umanamente arricchente e professionalmente efficace. La mediazione interculturale e l’accoglienza giocano un ruolo fondamentale nell’ambulatorio, facilitando l’accesso alle prestazioni sanitarie e garantendo un adeguato supporto alle pazienti provenienti da contesti culturali e linguistici diversi”.