Dopo vari rallentamenti, il processo contro alcuni esponenti dei clan stabiesi è partito.
Due anni di preparativi
Sembrava non giungere mai l’ora, numerosi ritardi, due anni di preparativi, ma alla fine è iniziato il processo Tsunami. Il processo vede costituti come parti civili il comune di Castellammare di Stabia, Fai Antiracket ed Sos Impresa. Tra gli imputati figurano elementi di spicco della criminalità organizzata locale. Il processo si concentra sulle estorsioni subite da diverse aziende di Castellammare.
Fare luce
Una delle prime persone ascoltate è stata Renato Cavaliere, allora braccio armato dei clan, ora collaboratore di giustizia. Secondo le sue dichiarazioni il clan D’Alessandro avrebbe imposto il pizzo ad una ditta che aveva ottenuto un subappalto in Fincantieri. Il processo avrà il compito di fare luce sugli intrecci del mondo criminale stabiese.