Il dibattito sul terzo mandato per i presidenti delle Regioni si fa sempre più acceso, con posizioni divergenti che riflettono le complesse dinamiche politiche del panorama italiano. Tra le voci che si sono fatte sentire, quella del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, che solleva importanti riflessioni sulla necessità di rinnovamento e di apertura delle cariche istituzionali. “La mia personale opinione – ha detto Rampelli – è che non si possa trascorrere 15 anni, praticamente quasi l’intera carriera politica, in uno stesso ruolo monocratico perché questo oltre a menomare lo Stato di profili di qualità rischia di creare sul territorio assuefazione”.
Campania, il terzo mandato diventa un caso nazionale
Rampelli sottolinea come dopo dieci anni di gestione un presidente di Regione sia pronto per un ruolo nazionale, portando con sé un bagaglio di esperienze e competenze che possono arricchire il panorama politico nazionale. L’idea di relegare i governatori nel loro ambito territoriale, secondo Rampelli, sarebbe uno spreco per la nazione, considerando l’esperienza e la concretezza che derivano da un lungo mandato.
La sua critica al terzo mandato si basa sull’idea che un lungo periodo trascorso in un ruolo monocratico potrebbe compromettere la qualità delle istituzioni e creare una sorta di assuefazione nel territorio. Inoltre, con la riforma dell’autonomia differenziata in corso, Rampelli sostiene che sia necessario potenziare le autonomie locali, anziché concentrare il potere nelle mani di pochi leader politici.
Gasparri: (Forza Italia): “Il Pd ha pugnalato alle spalle i suoi Sindaci e Governatori”
Da parte sua, il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia critica il Partito Democratico per la sua posizione ambigua sul terzo mandato. Gasparri accusa il Pd di aver votato contro i propri sindaci e presidenti di Regione che chiedevano il terzo mandato, evidenziando una mancanza di coerenza e una certa confusione all’interno del partito. Gasparri sottolinea che il centrodestra ha gestito la questione in modo coerente, accogliendo una discussione normale e fisiologica, mentre il Pd ha registrato spaccature interne e ha agito in modo ambiguo, rivelando una certa incertezza sulle proprie posizioni.
“Il centrodestra – ha concluso Gasparri – non ha avuto nessun problema politico per una discussione assolutamente normale e fisiologica. Il Pd invece ha pugnalato i suoi sindaci e i suoi presidenti di Regione, agendo in modo confuso e registrando spaccature che li hanno costretti a bizantinismi incomprensibili. Ma in realtà molto chiari. Non sanno dove andare e ci vanno in modo disordinato ed ambiguo”.